PORDENONE (sabato 4 gennaio 2025) – Pordenone si distingue nel panorama nazionale per la gestione della sicurezza urbana, evitando l’adozione delle tanto discusse “zone rosse”. Questa misura, già applicata in altre città italiane, prevede l’individuazione di aree critiche e il divieto di accesso per persone con precedenti penali. Tuttavia, il Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza ha stabilito che, per il momento, Pordenone non ne ha bisogno.
di Monia Settimi
Le misure attualmente in vigore si sono dimostrate sufficienti a garantire tranquillità e ordine nella città. Tra queste, l’ordinanza anti-alcol, che rimarrà valida fino al 28 febbraio, rappresenta un pilastro per contenere situazioni di rischio. A questa si aggiunge il potenziamento delle forze dell’ordine, che assicurano una presenza capillare sul territorio, e l’impiego degli steward urbani, figure chiave per un controllo più mirato e proattivo.
La decisione riflette la fiducia nelle strategie di sicurezza già attuate, che puntano su prevenzione e intervento rapido. «Non serve militarizzare la città con provvedimenti drastici – è il messaggio che emerge – ma continuare a lavorare su un modello di sicurezza partecipata, che coinvolga cittadini e istituzioni».
In un contesto nazionale in cui la sicurezza è spesso tema di acceso dibattito, Pordenone offre un esempio virtuoso di come sia possibile mantenere alto il livello di tutela senza ricorrere a misure estreme. Un modello che guarda alla coesione sociale come strumento fondamentale per prevenire situazioni critiche, confermando la città come un luogo sicuro e accogliente.
Last modified: Gennaio 4, 2025