FIUME VENETO (lunedì 23 dicembre 2024) – Durante la conferenza stampa di fine anno, Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico e della Fondazione Cro Aviano Onlus, ha posto l’accento sull’importanza dell’indipendenza del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano.
di Monia Settimi
Evitando di concentrarsi sulla recente nomina di Giuseppe Tonutti come direttore generale, Agrusti ha sottolineato la necessità di mantenere il Cro libero da vincoli amministrativi con altre strutture sanitarie: «Il Cro è un’eccellenza unica nel panorama italiano e deve restare autonomo per garantire qualità e attrattività. Non può essere inglobato in aziende sanitarie più grandi senza rischiare di perdere il suo ruolo strategico». Il centro, nato come risposta all’emergenza tumori in Friuli Venezia Giulia, rappresenta un modello innovativo per la ricerca e la cura, irrinunciabile per il territorio e il Paese.
Tra i progetti per il 2024, spicca la riqualificazione del campus del Cro, inaugurato circa 15 anni fa. «Con il supporto di Marine Interiors, stiamo lavorando per rinnovare le aree comuni e le stanze dei pazienti – ha spiegato – La Fondazione si occuperà anche della manutenzione, seguendo le indicazioni delle direzioni scientifica e gestionale».
Riguardo al sistema sanitario regionale, Agrusti ha evidenziato l’importanza di una maggiore integrazione con il mondo accademico. «L’ospedale di Pordenone deve collaborare con le università di Udine e Trieste. Solo così potrà diventare un polo di attrazione per specializzandi e giovani medici», ha dichiarato, indicando la sinergia tra ricerca e pratica clinica come elemento chiave per il futuro.
Sul piano economico, è stata lodata la resilienza dell’industria regionale di fronte alle recenti crisi globali, pur sottolineando la necessità di un piano decennale per rilanciare la manifattura. «Dobbiamo puntare su innovazione tecnologica, crescita delle piccole imprese e digitalizzazione per rendere il nostro territorio più attrattivo per gli investitori», ha affermato.
Anche la formazione sarà centrale nel 2024, con iniziative che spaziano dall’apertura di un’Academy in Ghana al potenziamento degli ITS regionali. «Abbiamo bisogno di colmare il divario di competenze, formando figure professionali capaci di rispondere alle esigenze del mercato», ha spiegato Agrusti.
Infine, il “Ghana Project” rappresenta una delle iniziative più innovative. Con il supporto di università e imprenditori italiani, sarà avviata una cooperativa per la produzione di cioccolato, con l’obiettivo di offrire ai giovani ghanesi opportunità lavorative con retribuzioni superiori alla media locale. «Questo progetto potrebbe diventare un modello replicabile in altre realtà», ha concluso Agrusti, guardando con ottimismo alle prospettive del 2025.
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