Scritto da 9:07 pm Pordenone, Cronaca, Top News

Franco, malato e senza lavoro: una raccolta fondi per salvare la casa di famiglia

Pordenone (mercoledì, 23 aprile 2025) – Una campagna di solidarietà si è attivata in questi giorni per sostenere Franco, 56 anni, ex artigiano, oggi alle prese con una grave malattia invalidante e con una situazione economica compromessa. Dopo anni di lavoro come imbianchino tra Pordenone e Trieste, la diagnosi di una rettocolite ulcerosa nel 2021 ha segnato un punto di svolta nella sua vita e in quella della sua famiglia.

di Monia Settimi

La patologia, che lo ha portato a una condizione di invalidità riconosciuta al 90%, ha reso impossibile il proseguimento della sua attività lavorativa. Da allora, anche la moglie Francesca, impegnata in precedenza in lavori di assistenza e pulizia, ha lasciato l’impiego per potergli garantire una presenza costante a domicilio. I tre figli, ancora studenti, stanno cercando di mantenere il percorso scolastico nonostante le difficoltà.

La famiglia, colpita da debiti pregressi e da un mutuo difficile da onorare, ha visto avviarsi le procedure per la vendita all’asta della casa in cui vivono. Per scongiurare la perdita dell’abitazione, è stata avviata una raccolta fondi online, che ha già ricevuto l’adesione di numerosi cittadini, associazioni e amici.

«Ci servono 30 mila euro entro novembre per saldare l’importo residuo e fermare definitivamente l’asta», spiega Noemi, la figlia maggiore, oggi 24enne, che lavora come educatrice a Pordenone mentre completa gli ultimi esami del percorso universitario in discipline storiche e filosofiche. Insieme ai fratelli, cerca di sostenere come può la famiglia. Il fratello minore frequenta il liceo, la sorella ha da poco iniziato il corso triennale in infermieristica.

Grazie al lavoro di un team legale specializzato, è stato possibile negoziare un accordo con i creditori, che ha permesso di posticipare la vendita forzata, a condizione che il saldo venga completato entro la scadenza. Due rate sono già state versate.

Al momento, tra assegno di invalidità, piccoli contributi pubblici e il sostegno di Caritas e altre realtà locali, la famiglia riesce a coprire solo le spese essenziali. «Quello che pesa di più, oggi, è la paura del domani, e l’incertezza che ne deriva», conclude Noemi. «Ma la solidarietà che stiamo ricevendo ci fa sentire meno soli. Continuare a credere in un esito positivo è, per ora, la nostra forza».

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Last modified: Aprile 23, 2025
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