SPILIMBERGO (venerdì 30 agosto 2024) – Il fiume Tagliamento, uno degli ultimi corsi d’acqua naturali delle Alpi, è al centro di una vivace controversia che scuote il Friuli Venezia Giulia. La Regione ha recentemente lanciato un progetto da 200 milioni di euro per costruire un ponte e una traversa laminante con luci mobili e paratoie piane tra Dignano e Spilimbergo.
di Monia Settimi
Una proposta che ha scatenato reazioni forti tra ambientalisti e associazioni, preoccupati per le potenziali conseguenze su uno degli ecosistemi fluviali più preziosi d’Europa. Non a caso, Legambiente, WWF, Lipu e l’associazione Foce del Tagliamento odv si oppongono al progetto, richiamando il valore ecologico e paesaggistico del Tagliamento e i successi ottenuti con i fondi europei per il ripristino dei Magredi, area protetta della rete Natura 2000 a monte del ponte di Dignano.
Un’opposizione che si rifugia nella recente Nature Restoration Law europea, che impone il ripristino della continuità fluviale su 25.000 km di corsi d’acqua nell’Unione Europea. Le associazioni avvertono che il progetto della Regione è in clamoroso contrasto con questa normativa, mettendo a rischio l’integrità dell’ultimo fiume naturale dell’Europa occidentale.
Mauro Capozzella, ex consigliere regionale e coordinatore provinciale del M5S, propone un’alternativa meno invasiva, suggerendo l’uso di ponti laminari a basso impatto e interventi di pulizia del letto del fiume. “Il Tagliamento merita un approccio equilibrato che tenga conto non solo delle esigenze idrauliche, ma anche dei benefici ecologici che il fiume offre”, afferma, sottolineando l’importanza di soluzioni rispettose dell’ambiente.
Il dibattito è tutt’altro che risolto. Gli ambientalisti lanciano un appello urgente alla Regione affinché coinvolga a fondo le comunità locali e gli esperti prima di adottare decisioni che rischiano di compromettere un biosistema unico, cruciale non solo per il Friuli ma per l’intero Paese.
Last modified: Agosto 31, 2024