AVIANO (martedì 3 dicembre 2024) – La base Usaf di Aviano torna al centro dell’attenzione per un piano di riduzione del personale che coinvolge i lavoratori italiani. Ad oggi, 19 dipendenti hanno già lasciato il posto sottoscrivendo dimissioni volontarie, mentre altri 20 saranno coinvolti nei licenziamenti, che diventeranno effettivi a partire da marzo 2025.
di Monia Settimi
A fornire l’aggiornamento è stata Valentina Francescon, responsabile regionale per il lavoro del Partito Democratico, che ha lanciato un appello accorato per fermare i licenziamenti. Chiediamo il rispetto del contratto collettivo nazionale per il personale civile non USA delle Forze Armate Americane in Italia e un maggiore impegno da parte della Giunta regionale e del Governo nel garantire i livelli occupazionali, ha dichiarato Francescon.
La situazione appare particolarmente delicata per chi ha ancora diversi anni prima della pensione. Secondo Francescon, gli incentivi offerti sono irrisori e sostenibili solo per chi è vicino al termine della carriera lavorativa, grazie all’accesso alla Naspi. Per molti altri, tuttavia, si tratta di una prospettiva difficile, considerando le scarse possibilità di ricollocazione nel mercato del lavoro.
La riduzione di personale, secondo quanto riferito, sarebbe legata non al calo delle attività, ma a una strategia di taglio dei costi che punta su automazioni ed esternalizzazioni. Un approccio che, secondo Francescon, viola l’articolo 57 del CCNL, stipulato in attuazione del Memorandum di Intesa del 1981, che garantisce tutele precise per il personale civile non statunitense impiegato nelle basi Usa in Italia.
L’impatto di questa decisione non si limita alla base militare. Il calo occupazionale preoccupa anche per le conseguenze sull’indotto, già duramente provato dalla crisi economica che sta colpendo il pordenonese. Francescon ha sottolineato che questa pesante riduzione di personale pesa di più sulla base di Aviano rispetto ad altre strutture simili in Italia.
La responsabile Lavoro del Pd ha annunciato che sarà inoltrato un nuovo intervento diretto al ministro della Difesa, Guido Crosetto, auspicando una risposta concreta dopo una precedente interrogazione parlamentare che non ha avuto seguito. «È essenziale intervenire per salvaguardare la dignità dei lavoratori italiani e rispettare gli accordi sottoscritti», ha concluso Francescon, ribadendo l’urgenza di un’azione decisa.
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