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Papa Francesco, l’ultimo abbraccio alla sua Chiesa: funerali rivoluzionati nel segno dell’umiltà

Papa Francesco ha lasciato questo mondo come ha vissuto: in semplicità. Senza clamore, senza troni, senza lustrini. Il Pontefice che ha scelto la povertà evangelica come guida spirituale, ha deciso di cambiarne anche l’ultimo atto: il proprio funerale. Niente più sfarzi cerimoniali, niente simboli regali. Un addio sobrio, autentico, profondamente umano.

di Monia Settimi

Il corpo del Santo Padre verrà vegliato nella Cappella di Santa Marta, il luogo dove ha abitato per tutta la durata del suo pontificato, tra la gente e non tra i palazzi. Lì verrà constatata ufficialmente la sua morte, secondo le nuove disposizioni che lui stesso aveva approvato nell’aprile 2024. Nessuna camera privata, ma uno spazio sacro e comunitario, dove la fede incontra il silenzio.

Il feretro sarà semplice. Una sola bara, in legno, sostituirà le tre tradizionali – cipresso, piombo e rovere – che per secoli hanno custodito le spoglie dei Papi. Una scelta forte, che rifiuta il potere e riafferma il messaggio: siamo tutti pellegrini, anche i successori di Pietro.

Il corpo del Papa non sarà più esposto su un alto cataletto, ma riposerà nella bara aperta, a livello degli occhi, per permettere a tutti di avvicinarsi, guardare, pregare. Niente pastorale papale accanto, nessuna decorazione regale. Solo la presenza disarmante della morte e della speranza cristiana.

Le tre tappe tradizionali dei funerali papali – casa del defunto, Basilica, sepoltura – vengono mantenute, ma svuotate del superfluo. Ogni gesto è stato rivisto, alleggerito, pensato perché sia fede e non forma a guidare l’ultimo cammino del Pontefice.

L’ingresso del feretro in San Pietro avverrà una sola volta. Sarà chiuso la sera prima della Messa esequiale, evitando passaggi intermedi. Durante la celebrazione, niente ostentazione: il Papa non sarà ricordato come un sovrano, ma come un pastore che ha servito. Le Litanie dei Santi accompagneranno questo momento con parole nuove, più aderenti alla sensibilità attuale.

La tomba, infine, non sarà nelle Grotte Vaticane. Francesco ha voluto che le sue spoglie riposassero nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il santuario mariano a lui più caro, quello dove iniziavano e finivano i suoi viaggi apostolici. Una scelta che parla da sola: Maria come madre, la gente come casa.

Perfino i “novendiali”, le nove Messe successive al funerale, sono stati snelliti. Niente più liturgie prolisse, solo quattro formulari, scelti tra quelli previsti per i vescovi e per il Papa. I testi biblici saranno indicati ma non prescritti, per lasciare libertà e spiritualità vera.

In questo ultimo gesto, Francesco rinnova la sua Chiesa. La invita a spogliarsi del superfluo, a riscoprire l’essenziale. A camminare con chi resta indietro. Anche nella morte, insegna a vivere. E il suo silenzio diventa, ancora una volta, la voce più potente.

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Last modified: Aprile 21, 2025
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