PORDENONE (sabato 25 gennaio 2025) – «Non possiamo permetterci passi falsi: serve chiarezza prima di prendere decisioni sul futuro della sanità oncologica». Con queste parole, Fausto Tomasello, segretario del Partito Democratico di Pordenone, si rivolge agli amministratori locali della Destra Tagliamento, chiedendo di posticipare la discussione sul controverso piano oncologico regionale.
di Monia Settimi
Il tema sarà affrontato il 27 gennaio durante il Consiglio delle autonomie locali, ma il clima è già teso. Dopo l’incontro di Trieste con i vertici dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo) e della Giunta regionale, emergono preoccupazioni sulla possibile penalizzazione della sanità pordenonese.
Il nodo centrale è una lettera inviata dai primari dell’Asfo alla terza commissione regionale, in cui si sollevano dubbi sul piano oncologico proposto dal direttore sanitario Gianpiero Fasola. Nonostante l’accordo di massima raggiunto con la Regione, che avrebbe portato alla rimozione di una contestata tabella sugli interventi chirurgici, per il Pd il rischio di tagli alle strutture locali resta troppo alto.
«Non possiamo accettare che si agisca senza un confronto reale con il territorio – ha affermato Tomasello – Abbiamo bisogno di un piano che non lasci zone d’ombra e che garantisca la tutela dei nostri presidi sanitari. Non basta eliminare una tabella per risolvere problemi di questa portata».
Le critiche non arrivano solo dai banchi del Pd. Serena Pellegrino, consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, ha sottolineato come il piano attuale potrebbe impoverire la rete sanitaria regionale. «Il Cro di Aviano, un centro d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale, rischia di perdere il suo ruolo di riferimento. Nel frattempo, Udine sembra trarre vantaggi che sbilanciano l’intero sistema», ha dichiarato Pellegrino.
A ribadire l’urgenza di una revisione, nella stessa giornata si è tenuto un seminario promosso dal comitato Salute Pubblica e Bene Comune, dal titolo “Piano oncologico regionale: quali conseguenze per la sanità pubblica pordenonese”. Durante l’incontro sono state evidenziate criticità già note, tra cui la mancanza di trasparenza e la scarsa attenzione alle specificità territoriali.
Tomasello non nasconde la sua preoccupazione per le modalità con cui si sta portando avanti il progetto: «È la politica che deve assumersi la responsabilità delle scelte, non possiamo lasciare tutto nelle mani di una commissione tecnica. Non si tratta di accelerare a tutti i costi, ma di fare scelte ponderate, che tengano conto della centralità dei pazienti e del rispetto delle eccellenze locali».
Il dibattito è ancora aperto, ma il messaggio è chiaro: la sanità pordenonese non può essere sacrificata sull’altare di un piano che non offre garanzie concrete.
Last modified: Gennaio 25, 2025