AVIANO (martedì 26 novembre 2024) – Un raggio di speranza si fa strada nel percorso delle donne impegnate nella lotta contro il tumore ovarico.
di Monia Settimi
Una ricerca innovativa, recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista Science Advances, apre nuove prospettive nel trattamento delle recidive farmacoresistenti, una delle sfide più critiche nella cura di questa malattia. Lo studio, condotto dal Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano, segna un importante passo in avanti in un ambito in cui la medicina oncologica ha finora conseguito successi limitati.
Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), storico partner del centro avianese, affronta una delle sfide più difficili della medicina oncologica: ogni anno, in Italia, circa 6.000 donne ricevono una diagnosi di tumore ovarico, spesso in stadio avanzato, quando le terapie tradizionali non sono più efficaci. «Le diagnosi tardive e le recidive chimioresistenti sono i nostri principali nemici – afferma Gustavo Baldassarre, direttore dell’Oncologia Molecolare del CRO – Mentre i tumori individuati precocemente hanno buone possibilità di cura, quelli avanzati si trasformano in battaglie lunghe e dolorose».
La ricerca si concentra su una proteina, USP1, fondamentale nel determinare la risposta alla chemioterapia a base di composti al platino. Negli ultimi tre anni, il team del CRO ha studiato come questa proteina possa influire sull’efficacia degli inibitori PARP, farmaci innovativi che hanno già migliorato la sopravvivenza delle pazienti con tumori sensibili. La scoperta è stata sorprendente: bloccare USP1 con farmaci mirati non solo potenzia gli effetti delle terapie esistenti, ma apre nuove possibilità per le pazienti che non rispondono né alla chemioterapia né agli inibitori PARP.
«Questa strategia potrebbe finalmente offrire un’ancora di salvezza a chi oggi non ha altre opzioni» sottolinea Maura Sonego, coordinatrice della ricerca. La prospettiva è chiara: una cura più efficace, che colpisce il tumore anche nei casi più difficili.
Un contributo fondamentale a questa svolta arriva da Anna Nespolo, giovane ricercatrice che ha dedicato gli ultimi quattro anni a questa sfida. «Abbiamo lavorato senza sosta, affrontando mille difficoltà. Ma oggi, vedere i risultati concreti del nostro impegno, sapere che potremmo fare la differenza per migliaia di donne, è un’emozione indescrivibile» racconta con orgoglio.
Il CRO di Aviano conferma così, ancora una volta, il suo ruolo di eccellenza nella ricerca oncologica, trasformando la determinazione dei suoi scienziati in un futuro più luminoso per i pazienti.
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